"Il Cinema Teatro Ariston è un fiore all’occhiello della nostra città, quale luogo sociale e culturale e che si rafforza grazie alla collaborazione e sinergia tra il Comune di Gaeta, ATCL Circuito multidisciplinare dello spettacolo dal vivo del Lazio, sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio e il Cinema Teatro Ariston".
Così il Sindaco di Gaeta Cristian Leccese nel commentare il progetto culturale tra stagione di prosa, teatro per famiglie e spettacoli rivolti al mondo della scuola mentre in questi giorni ha preso il via la campagna abbonamenti della Stagione di prosa con 5 spettacoli: da gennaio ad aprile 2023, con grandi nomi del panorama teatrale italiano, autori e testi inediti che vanno a formare un calendario di buon umore e divertimento che coinvolgerà inesorabilmente il pubblico.
"ATCL, Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio è il Circuito Multidisciplinare dello spettacolo dal vivo, che svolge da quarant’anni un’attività di sostegno e coordinamento delle attività di spettacolo e culturali a favore e di concerto con i Comuni soci. Questa nuova stagione del Cinema Teatro Ariston presenta al pubblico un programma teatrale di grande richiamo, con importanti interpreti della scena italiana, con la volontà di allargare ancora la partecipazione dei cittadini non solo di Gaeta. Il ringraziamento di ATCL va al Comune di Gaeta, che partecipa con noi a questa stagione e alla gestione del Cinema Teatro Ariston che permette il funzionamento del Teatro e lo anima, alla Regione Lazio che finanzia le nostre attività, agli artisti programmati ma soprattutto al pubblico, che rende possibile tutto questo e che sono certo saprà rispondere con passione e affetto” ha affermato Luca Fornari, amministratore delegato di ATCL.
Apre la stagione il 9 gennaio ore 21 la nuova commedia di Maurizio De Giovanni, METTICI LA MANO con Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra, regia di Alessandro D’Alatri, progetto che nasce come una costola della saga de "Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva. Due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella.
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Il cecubo (cecubum in latino) o vino serpe è un vino rosso molto antico, attualmente prodotto nella zona del Lazio con origini antichissime, tanto che il poeta Orazio nell'Ode I , 37 lo cita per invitare gli amici a festeggiare,danzare e a bere in occasione della morte di Cleopatra.Prima,nel mentre la regina egizia tramava contro l'Impero,non era lecito portare fuori dalle cantine degli antenati questo pregiato vino. Nel momento in cui Cleopatra non rappresenta più una minaccia,ci si può deliziare del cecubo. Lo stesso Orazio sottolineava che con l'invecchiamento diviene più forte e dolce.
Delizia del palato, la mozzarella si pone come una delle prelibatezze più rinomate del sud pontino.
La qualità della mozzarella pontina si basa nella qualità del latte di bufala, munto quotidianamente negli allevamenti sparsi in tutto l'agro pontino, dove le bufale possono pascolare in libertà, mangiando foraggi naturali e erba fresca. I numerosi caseifici gareggiano nel fornire la mozzarella piu' fresca, in tutte le sue varieta': da porzione, treccia, ciliegini, e ora la fantasia dei produttori offre le varianti come le divertenti ruote.
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Livia Drusilla fu una donna controversa: potente, bellissima e determinata secondo alcuni, ambiziosa e spietata secondo altri.
Nacque a Fondi dove la sua famiglia, appartenente alla "gens Claudia" aveva molti possedimenti.
Moglie di Ottaviano Augusto, fu la prima imperatrice di Roma.
Alcuni parlarono di un matrimonio politico ma si trattò invece di vero amore, Livia fu moglie amorevole ma anche fidata consigliera, che ispirò Ottaviano nella politica ma che rimase anche il suo riferimento affettivo per tutta la vita.
Quando Ottaviano Augusto, il primo Imperatore di Roma, la conobbe ancora ragazzina, lei era sposata con un patrizio romano suo nemico, Tiberio Claudio Nerone ed era già madre del futuro imperatore Tiberio ed incinta di un secondo figlio Druso, ma Augusto la desiderò fin dal primo sguardo, e la fece sua sposa, arrivndo anche offrire dei vantaggi al marito.
Ottaviano divorziò dalla moglie Scribonia e convinse (od obbligò) il marito di Livia a fare lo stesso, anzi fu proprio Tiberio Claudio Nerone ad accompagnare all'altare Livia, dopo essere stato adottato da Ottaviano.
Livia era una donna delle migliori tradizioni romane, o almeno così pareva all'epoca, sempre composta e seria. Quando la colpì la tragedia della morte del figlio Druso, Livia, sempre dignitosa, andò dal filosofo Areo Didimo d'Alessandria, che con i suoi consigli l'aiutò a sfogare il dolore privatamente e a non perdere il controllo pubblicamente, che era la più grande paura di Livia. Venne meno al suo contegno distaccato soltanto due volte, quando, trovandosi casualmente presente a due incendi, diede una mano a spegnere il fuoco, il che fa capire perchè il popolo l'amasse tanto.