Museo archeologico di Sperlonga

Il Museo archeologico di Sperlonga e la Grotta di Tiberio

 Il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga fu inaugurato nel 1963, per ospitare i monumentali gruppi scultorei di soggetto omerico rinvenuti, a partire dal 1957 a seguito della costruzione della strada statale Flacca, nella vicina grotta sul mare pertinente alla grande villa romana che fu dell’imperatore Tiberio (14-37 d.C.), che aveva molte proprietà nei dintorni, essendo nato nella vicina Fondi.

Il museo espone materiale archeologico, prevalentemente ellenistico, proveniente dalla vicina Grotta di Tiberio, cavità inclusa in una villa tardo repubblicana decorata all'epoca dell'imperatore Tiberio (I secolo d.C.). Celebri sono il gruppo di Polifemo in marmo (II secolo a.C.), attribuibile agli scultori Athanodoros, Hagesandros e Polydoros della scuola di Rodi, e il gruppo di Scilla che reca la scritta con i nomi degli autori sopra citati. Di pregio anche la statua di Odisseo (II secolo d.C.), quella di Ganimede (II secolo d.C.) e una piccola statua femminile panneggiata (I secolo d.C.).
La raccolta del Museo comprende numerosi altri reperti, in massima parte scultorei (maschere teatrali, statue di putti e di fanciulla, immagini di divinità, ritratti di personaggi imperiali, oscilla ecc.), riferibili all'apparato decorativo della villa, mentre alcune vetrine espongono ritrovamenti minuti, come oggetti di bronzo e di pasta vitrea, frammenti di vasi attici a figure rosse, terrecotte, suppellettili in ceramica.

L’edificio, fu realizzato in seguito alla sollevazione popolare contro l’ipotesi di trasferire i reperti a Roma. Esso venne dunque concepito ex novo in funzione della sua destinazione a museo delle sculture della villa, prevedendo anche locali idonei per il restauro e l’assemblaggio delle migliaia di frammenti marmorei rinvenuti, in parte tutt’ora in corso di ricomposizione.
Costruito su progetto dell’Ing. Giorgio Zama, il Museo è caratterizzato da una pianta molto articolata, che privilegia vasti ambienti di forma romboidale o poliedrica, interconnessi secondo schemi variabili e disposti su diversi livelli, al fine di esaltare il godimento dei gruppi statuari, in alcuni casi dalle dimensioni imponenti. Vi si accede dalla moderna via Flacca, dopo aver attraversato un giardino di essenze mediterranee cosparso di manufatti architettonici antichi; varcato l’ingresso, l’interno dell’edificio è caratterizzato da sale molto luminose nelle quali prevale la tonalità di bianco, illuminate da vetrate e finestre da cui è possibile osservare suggestivi scorci sui resti dell’antica villa sul mare. Lo spazio è reso ancora più articolato da pilastri e sagomature di varia foggia, nonché dalla disposizione delle vetrine, caratterizzate da peculiari volumetrie aggettanti. Al di là del vasto ingresso, la parte fruibile al pubblico si sviluppa in quattro grandi ambienti, che tuttavia vengono percepiti dal visitatore quasi come un unico grande spazio composito, nel quale sono i temi narrativi più delle ripartizioni architettoniche a scandire la visita.

 

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