Santuario Madonna del Colle
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Santuario della Madonna del Colle di Lenola

Il Santuario della Madonna del Colle è situato nel territorio di Lenola, caratteristico comune della provincia di Latina. Sorge su di un’altura, a circa 475 m. su livello del mare, incastonata nella splendida cornice dei Monti Ausoni e protesa verso la valle di Fondi e verso il mare.

Il Santuario resta visibile da ogni parte del paese e vi si accede da quattro strade, una delle quali, ornata artisticamente e a gradoni, e' chiamata “scalinata della pace” ed e' la rampa che collega direttamente il centro storico di Lenola.


LA STORIA
Gia' al passaggio di San Paolo e San Pietro nel loro viaggio a Roma nella piana di Fondi nacquero diverse comunita' cristiane sia a Fondi che a Lenola, che allora faceva parte della tribu' Emilia.
Nel 250 d.C., quando l'Imperatore Decio ordinò la persecuzione contro di i cristiani, nel territorio fondano ne furono uccisi parecchie migliaia, famosa è la strage perpetrata alla valle dei martiri a Fondi, nei cui pressi fu poi edificata l'abbazia di San Magno.ImmagineFu a seguito di quella spietata caccia all'uomo che alcuni di essi si rifugiarono sui monti vicini. Un gruppo di perseguitati trovò riparo sul Colle di Lenola, un tempo roccioso e selvaggio, trovando rifugio in una caverna celata tra piante e rovi, dove eressero un edicola con l'immagine della Madonna col Bambino.
Alcuni soldati romani scoprirono la piccola caverna dove trovarono i martiri Onorio e Livio insieme ad altri che pregavano; li uccisero tutti lasciandoli insepolti. La notizia dell'eccidio si propagò tra i cristiani rimasti nell'agro fondano, i quali informarono il monaco egiziano San Paterno, che si trovava di passaggio per Roma per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Avutane notizia, egli insieme ad altri cristiani si recò sul Colle, per dare una degna sepoltura ai corpi dei martiri. Terminata l'opera pietosa pose sul sepolcro una pietra con questa scritta: "Qui giace Onorio, Livio ed altri, morti per la Fede nella metà del terzo secolo" Presso il sepolcro piantarono un albero di cipresso, segno di resurrezione.
Calate le tenebre, si misero a pregare e successivamente si addormentarono profondamente. In piena notte furono scossi da un rumore, videro la caverna inondata di una forte luce, ed una voce diceva: "Non temete, sperate in Dio, Io sono tra voi per vostro conforto, qui è la mia Immagine".
Svegliati dal sonno videro l'Immagine della Vergine col Bambino, circondata da Angeli che agitavano palme e corone del martirio. L'indomani, confortati da quella visione, pieni di gioia ridiscesero nella piana di Fondi dove avrebbero voluto propagare subito ad altri fratelli la gioiosa notizia; ma dovettero desistere perche' era ancora in pieno vigore l'Editto dell'imperatore Decio, per cui l'immagine della Madonna e le tombe dei martiri rimasero nascoste a tutti.
Gabriele MatteiNella notte del 14 settembre 1602 Gabriele Mattei, a causa di un rimprovero avuto la sera da un vecchio,questi decise di ucciderlo per vendetta all’alba del giorno seguente. Questo progetto, però, non mancò di suscitare nell’animo del giovane rimorsi e incubi. Per sfuggire all'insonnia decise di uscire di casa portando con se' la chitarra, ma anche essa non gli portava conforto, finche' la getto' invocando il demonio:un’orrenda visione lo fece tremare, vacillare, cadere: il diavolo stesso si manifesto' davanti. Nel terrore, quasi istintivamente, si segnò con la croce, e, cercando di sottrarsi a quella che gli sembrava una voragine di fuoco, invocò la Madonna. La visione infernale si dileguò. Gabriele,sconvolto, cercò di abbandonare quel luogo, ma fu fermato da una luce, nella quale si profilò l’immagine della Vergine che lo invitava a salire la collina e a ricercare la sua immagine. Gabriele raggiunse poi i compagni, e li convinse a salire insieme sul colle e a cercare l'immagine, fino a trovarla, dipinta sulla roccia.. In quei giorni si trovava a Lenola il Vescovo di Fondi, Mons. Comparini.
Egli venerò l’immagine della Madonna, ne diede l’annuncio alla Diocesi e fornì informazioni dettagliate al Sommo Pontefice Clemente VIII. Infine incoraggiò tutti a far sorgere al più presto sullo stesso posto santuario. Lo stesso Gabriele, che frattanto aveva cambiato nome con quello di Fra Deo Gratias, si fece pellegrino in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, per raccogliere le risorse necessarie per la costruzione del santuario.
Dal 1912 le Suore delle Scuole Cristiane della Misericordia di S. Maria Maddalena Postel curano il santuario e l'annessa struttura ricettiva.

LA FACCIATA E IL MIRACOLO DEI CIPRESSI
Un rilievo particolare merita la bellissima facciata del Santuario. Opera dell’artista milanese Raffaello Franco, fu inaugurata nel 1628. Tutta a mattoni, è intersecata da ampie cornici di pietra locale e sull’ampio cornicione si levano, con maestosa e fine eleganza, fiamme intagliate a simboleggiare l’ardente fede di coloro che concorsero all’edificazione del Santuario.
Sul portale d’ingresso si possono ammirare tre stemmi in pietra: al centro quello di Gabriele Mattei, con la scritta “Charitas semper Deo Gratia”; a sinistra quello di Mons. Gandulfo Vescovo di Fondi, che fece edificare l’altare della Madonna e la facciata, a destra quello di Lenola, col fiore denominato Enula Campana. Si possono notare inoltre due rami robusti di cipresso inchiodati sul cornicione maggiore nel 1628: insieme a festoni di mirto dovevano avere il compito di abbellire la facciata all'inaugurazione. Dopo molti giorni nel disfare l’addobbo, si trovarono attecchiti. Sono senza radici e tuttavia da allora resistono alle intemperie e alla siccità. La costante tradizione di fede a riconosciuto in questo segno dei cipressi il prodigio promesso dalla Madonna a Gabriele Mattei. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la protezione delle piante, in una relazione dell’11-06-2002 circa lo stato dei cipressi secolari dichiarava: “la pianta posta a sinistra di chi guarda la facciata è ormai completamente disseccata (...) il reperimento sul fusto di piccolissime goccie di resina ancora fresca stanno ad indicare che la morte della pianta è avvenuta in tempi recentissimi.
(...) Non avendo trovato sulla pianta nessun segno di malattia (...) pensiamo che il disseccamento e la morte di questa pianta sia dovuto a causa naturale (vecchiaia).

Interno chiesa

Gradevole inoltre il piazzale panoramico antistante, che e' stato rinnovato recentemente, con vista del paese e della vallata circostante. Per quanto riguarda la pianta situata sulla parte destra del cornicione, questa è ancora viva, sebbene interessata da numerosi disseccamenti della chioma e di una grossa branca. (...) Riteniamo già evento miracoloso il fatto che i due cipressi abbiano potuto vivere per tanto tempo in una condizione trofica cosi difficile.”

L’ALTARE DELLA MADONNA DEL COLLE
E’ il degnissimo trono della taumaturga effigie. Esso fu eseguito nel 1618 su disegno dell’architetto G. Rossini. E’ una pregevolissima opera d’arte ricca delle più svariate specie di marmi; se ne contano ben 24, dei quali molti rarissimi. Fu eseguito parte a Besançon sotto la cura di D. Luigi Maria Carmelo, Nunzio Apostolico in Francia, fratello di Mons. Giovanni Gandulfo, Vescovo di Fondi, e parte a Roma. Le due colonne con capitelli di stile corinzio, sono di marmo africano; vennero dalla Germania, prezioso dono di un capitano francese, che nel 1618 aveva militato nel territorio fondano.L’altare venne eretto nel 1626 sotto la stessa direzione dell’architetto Rossini intorno al vetusto muro recante la prodigiosa effigie. A corona della preziosa nicchia nella quale è contenuto il preziosissimo affresco, si ammira una magnifica tela, attribuita al Cavaliere d’Arpino, rappresentante una gloria di Angeli. La scena richiama alla mente quanto si leggeva in un’antichissima pergamena della visione avuta nello stesso luogo, dove è stata trovata l' effigie, dai cristiani recatisi a dar sepoltura ai martiri della persecuzione di Decio nella metà del III secolo. Essi videro l’immagine della Madonna circondata da un nimbo di Serafini ed Angeli con emblemi del martirio. In quello stesso anno 1626, Mons. Gandulfo ottenne dal Pontefice Urbano VIII la Bolla di Istituzione del Santuario. Altri Pontefici poi arricchirono di molti previlegi ed indulgenze il prezioso trono della Madonna del Colle.

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