Pittore che costituisce, con Giuseppe de Santis , Libero De Libero e Dan Danino Di Sarra, il simbolo di una epopea culturale di persone che nate a Fondi hanno influito sulla cultura italiana del dopoguerra.
Stabilitosi a Roma nel 1933. Artista poliedrico, dal 1940 al 1943 è stato redattore della rivista Cinema. Nella prima parte della sua carriera artistica aderisce alla corrente definita romana, avviata da Scipione (Gino Bonichi) e Mario Mafai, condivisa con Raffaele Frumenti, orientandosi a una pittura tonale di forte intensità emotiva. Dal dopoguerra, fedele ad un realismo misurato e di schietta umanità, fu protagonista a Roma del neorealismo, immortalando nelle sue tele gente del popolo, figure e scene campestri della vita quotidiana e si dedicò alla scenografia teatrale e cinematografica e alla critica d'arte.
Con il regista neorealista e amico Giuseppe De Santis ha collaborato nel 1956 curando lo studio del colore, la sceneggiatura e i costumi per il film Giorni d'amore. Ha preso parte ad importanti rassegne quali la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma.
È stato direttore dell'Accademia di Brera di Milano fino al 1980. Si è occupato anche di narrativa, saggistica, teatro e televisione.
Tra i suoi saggi teorici sull'arte: La pittura dell'Ottocento italiano (Sciascia, Caltanissetta-Roma 1959), I colori di Roma (Adriatica, Bari 1965), Callimaco, una pittura per l'uomo (Trevi, Roma 1971), e il postumo Come leggere un quadro (Rusconi Immagini, Milano 1985).
Alla sua città natale donò alcune sue opere, ricordiamo il mosaico nella lunetta della ex cattedrale di San Pietro, oltre ai diversi quadri che abbelliscono la chiesa, e il monumento ai caduti.
È scomparso nel 1984 all'età di 69 anni, a seguito di un ictus.